Bestiario delle emozioni

di Francesco Cangioli

Bestia centoventiseiesima

La Simbiosi è una bestia bicefala.
Nasce dall’incontro di due creature spezzate a metà, che si compenetrano per camminare più dritte. Le due teste non possono comandare assieme quel bizzarro corpo in comune, perciò, a turno, una si china e l’altra impone il proprio volere. È l’angoscia della loro incompletezza a tenerle unite.
Non sanno che, se trovassero il coraggio di separarsi, ciascuna potrebbe, pur con fatica, avere un giorno un corpo intero.

Bestia centoventisettesima

L’Apatia è un mollusco circondato da una spessa conchiglia.
Per quanto le correnti si abbattano su di essa, la bestiola rimane del tutto indifferente, fuorché per il fastidio procuratole dallo spostamento che ne consegue. Si contrae appena e torna a languire tra le pareti del suo rifugio. Non mangia, non beve e non desidera.
Passano mostri marini con centinaia di denti e occhi di brace, ma lei non si scompone.
Cresce nel vuoto, a meno che, quel vuoto, non decida di farselo amico. Se ciò accade, una crepa può aprirsi nell’armatura di calcare.

Bestia centoventottesima

La Confusione è un carnaio di membra incoerenti.
Ha teste, zampe e code che si azzuffano in mezzo a una polvere densa. Una chela, un corno, una pinna e persino un tentacolo emergono dal pulviscolo e subito scompaiono nel caos generato dalla chimera.
Se si ha fretta di scoprirne l’aspetto e le si corre incontro, la bestia prende a mulinare piume, artigli e criniere con la furia di una preda messa all’angolo.
L’Attesa, invece, giace placida in mezzo al prato e osserva la scena. Il polverone si dissolve e due occhi invocano aiuto. Allora, se qualcuno li riconosce, una sola bestia emerge dal viluppo, libera.

Bestia centoventinovesima

L’Ironia afferra con gli artigli il pesante mantello che era stato gettato sulla Verità, si alza in volo e denuda la bestia. Prende quota e getta lontano l’indumento, scende ancora in picchiata e agguanta la Verità per le caviglie. La solleva ribaltandola a testa in giù.
Lo Stupore, impegnato a contemplare un filo d’erba, alza gli occhi su di lei e la fissa con l’enorme bocca spalancata. Per quanto sottosopra sia comica, adesso la Verità è riconoscibile.

Bestia centotrentesima

Lo Sconcerto sorge dall’impatto di un asteroide sulla pianura.
I suoi occhi sono larghe voragini e la sua bocca è un ovale perfetto.
Invola nello scoppio e tende le zampe per aggrapparsi a qualcosa, ma intorno non ha altro che schegge di pietra e aria incandescente. Resta sospeso nel tumulto che l’ha generato, corpo inerme tra folate di vampa, polvere e zolfo.

Back to Top