NUOVA CIMINIERA al nuovo VIA

Nuova Ciminiera, dopo una pausa di qualche mese, riparte.

Una nuova veste e, soprattutto, una nuova redazione, che scoprirete nelle prossime settimane. Nuove anche le rubriche, che spazieranno, come sempre, fra musica arti e letteratura. Come sempre NC avrà un occhio di riguardo per la poesia, in italiano, in dialetto e in lingue straniere. Ci sarà, più di prima, un occhio per la società e l’ambiente, i costumi e gli aspetti legati alla comunicazione di massa.

A proposito di poesia, tempo fa, leggendo un intervento di Andrea Cortellessa, ci siamo imbattuti in un passaggio che stavamo discutendo fra noi, sul rapporto fra comunicazione e poesia. Cortellessa scriveva: “Il differimento, la differenza della poesia, è il contrassegno di quella che Giorgio Agamben (non a caso commentando un poeta proverbialmente oscuro, ma mai gratuitamente tale, Osip Mandel’štam) ha definito l’essere contemporaneo come anacronismo: «il contemporaneo è colui che percepisce il buio del suo tempo come qualcosa che lo riguarda e non cessa di interpellarlo». Come contemplare la luce delle stelle, che percepiamo attraverso l’oscurità a una grandissima distanza nel tempo e nello spazio, leggere una poesia è «essere puntuali a un appuntamento che si può solo mancare».”

Ecco, la questione del contemporaneo che percepisce il buio del suo tempo, come cifra della vera differenza della poesia, ci sta molto a cuore. Superare dicotomie novecentesche (come quella fra vita e letteratura) è possibile solo cogliendo quella che, nelle nuove linee editoriali, abbiamo chiamato (senza troppa fantasia) “marginalità”. Abitare la marginalità significa cercare di cogliere davvero qualcosa della vita che scorre nel singolo come nella comunità dei viventi, qualcosa di immanente ma che, allo stesso tempo, trascende ciascuno di noi. Qualcosa che può aprire a nuove possibilità di scrittura, a nuove ibridazioni fra le arti (pensiamo ad esempio alla fotografia e alla scrittura in versi che sembrano avere davanti enormi spazi di sperimentazione e di novità) e a nuovi racconti sull’umanità. La comunicazione, insomma, non si interrompe.

In questo senso pensiamo che si debba riprendere con forza un discorso sul futuro, dopo un’epoca che, in vari modi, è stata schiacciata sul presente e sull’io minimo che lo ha concepito e vissuto. Per poterlo fare crediamo sia necessario prendere le distanze da uno sguardo poetico eccessivamente cinico e disilluso. La “postura della lucidità assoluta”, quella che giudicando ogni parola e ogni immagine fa rasura di ogni possibilità, ha dato i suoi frutti, buoni e meno buoni. Adesso aspettiamo qualcosa di nuovo, che è pronto a venire e che forse è già tra noi. Il nostro ruolo, in queste pagine, è quello di rintracciarlo e di raccontarlo.

L’avventura di NC vede a bordo, insieme ai direttori Filippo Davoli e Gabriel Del Sarto, questi amici: Michele Bordoni, Jacopo Curi, Gianluca D’Andrea, Franco Esse, Marcello La Matina, Vito Carlo MancinoLuciano Neri, Francesco Occhetto, Ludovico Peroni, Jonata SabbioniEzio Settembri, Giancarlo Sissa, Davide Tartaglia.

Filippo Davoli
Gabriel Del Sarto
Michele Bordoni
Jacopo Curi
Gianluca D’Andrea
Franco Esse
Marcello La Matina
Vito Carlo Mancino
Luciano Neri
Francesco Occhetto
Ludovico Peroni
Jonata Sabbioni
Ezio Settembri
Giancarlo Sissa
Davide Tartaglia
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