FIORETTO – da “Diario notturno” di Ennio Flaiano

<Volere è potere: la divisa di questo secolo. Troppa gente che “vuole” piena soltanto di volontà (non la “buona volontà” kantiana, ma la volontà di ambizione); troppi incapaci che debbono affermarsi e ci riescono, senz’altre attitudini che una dura e opaca volontà. E dove la dirigono? Nei campi dell’arte, molto spesso, che sono oggi i più vasti e ambigui, un West dove ognuno si fa la sua legge e la impone agli sceriffi. Qui, la loro sfrenata volontà può esser scambiata per talento, per ingegno, comunque per intelligenza. Così, questi disperati senza qualità di cuore e di mente, vivono nell’ebbrezza di arrivare, di esibirsi, imparano qualcosa di facile, rifanno magari il verso di qualche loro maestro elettivo, che li disprezza. Amministrano poi con avarizia le loro povere forze, seguono le mode, tenendosi al corrente, sempre spaventati di sbagliare, pronti alle fatiche dell’adulazione, impassibili davanti ad ogni rifiuto, feroci nella vittoria, supplichevoli nella sconfitta. Finché la Fama si decide ad andare a letto con loro per stanchezza, una sola volta: tanto per levarseli dai piedi.>
(dal Taccuino 1951)

Ennio Flaiano

<Le difficoltà di un’arte appaiono negli esemplari meno riusciti o addirittura cattivi di essa, i buoni invece danno la certezza di una facile riuscita, proprio perché tutto vi è risolto e la fatica non appare. Ci sentiremmo capaci di provare anche noi; siamo convinti, perlomeno, di avere la chiave del segreto; l’intelligenza e la calma faranno il resto. Nei cattivi esemplari, invece, le torture dell’idea che non riesce ad esprimersi sono di solito tanto evidenti da toglierci ogni coraggio. La materia non è diventata forma, invecchierà male, scoprirà la sua povera natura. Leonardo mi invogliò a diventare pittore, me ne distolse la mostra personale di…>
(dal Taccuino 1946)

 

Back to Top