da Adesso è tornare sempre (Le farfalle, 2015)
*
io non dimentico la somiglianza
la luce sull’incrocio prima di sera
non ascoltarmi se ti chiedo qualcosa
o ti stanco con troppo silenzio
sulle tue guance spegnimi gli occhi
*
non mi ha creato la morte
lo sai, il tuono della terra
sarà per me la tua voce
non so se è giorno, accesa
la carne, Dio lascia ancora
che mi guardi
*
ogni giorno ti chiamo, non posso
accogliere
se non in te la tua mancanza
rimani
sei intatto perdono
delle nostre deboli ciglia
il tuo nome insperato
che sugli occhi continua
a dilagare
*
adesso che appartieni a chi, di chi sei
con che occhi ci nutri di solitudine
Signore, dona loro la tua larva quotidiana
ma tienili, perché lasciano la presa
o si stringono
in quel momento nella tua
*
non ci saremmo più visti alla fine
saresti andato a seattle a suonare
o nel deserto della california
a invecchiare presto. e ogni sera
la breve meraviglia del silenzio
una primavera pazzesca sul tuo corpo
seattle di tutte le seattle
è leggera la tua dura zolla
la nostra schiena rimane a terra
e gli occhi
qui, non oltre. questo freddo
non è il tuo, a noi è preziosa figura
dagli casa, adesso, dimora
*
sul luogo dell’incidente
catania, come new york
senza notte, vestita di terra
dumnezeu, dumnezeu! sono lontane
le mie viscere, come navi sul fondo
dumnezeu! ho un fratello cinese
non conosce il tuo nome
è per lui il nome di sua madre
la memoria di te non è finita
*
a pesek il silenzio
era leggero, un passo
tra il buio e le labbra
io sono vostro
come sono di Dio
fondale oscuro dei rami e delle voci
Pietro Cagni (Palermo, 1990) vive e lavora a Catania, dove si è laureato in Lettere classiche con una tesi sulla Commedia. Ha promosso le due edizioni di “Poesia inChiostro”, progetto dell’associazione universitaria “La Traccia” in collaborazione con il Dipartimento di Scienze umanistiche. Tra i soci fondatori del “Centro di Poesia Contemporanea di Catania”, Adesso è tornare sempre è il suo libro d’esordio.