tre inediti
C’era gromma nel tubo. C’era terra
nella gronda che squassò la parete
inondandola. Fiorirono erbe.
S’era però in un padiglione antico.
Così vennero recise col fuoco,
perché non gli tornasse voglia
di riprovarci.
E adesso?
Guarda come il muro si sfarina
lo stesso, dissestato dal fondo.
Anche i tuoi occhi veri sono stelle.
Veri di luce, nel buio del chiarore
che talvolta la notte conferisce.
Vedi laggiù? Quella costellazione
aggrumata, guardala in te.
Come il sibilo d’aria che suona dall’alto
e veste i campi di un’amarezza ambrata,
struggente e solo. Alzi lo sguardo e sono
ancora là. Care stelle, i tuoi occhi.
Cari dilemmi sconosciuti al mondo.
Le strade. Dove pullula la vita migliore,
la più anonima e indaffarata.
Le strade dove gli uomini si incrociano
e sognano la sera che cala
e li conduce agli svaghi
brevi come durata, intensi nel desiderio.
Poveri uomini, amate spoglie sorelle
che tutti siamo parte del tutto
e gli uni degli altri
ma come è naturale non saperlo.